Da una recente analisi commissionata da Ricoh a Coleman Parkes Research è emerso che le medie imprese europee sono il motore dell’intera economia europea. Sebbene rappresentino solo il 2% delle imprese europee totali, generano oltre il 30% del fatturato di tutta l’Europa e sono al tempo stesso fondamentali per lo sviluppo del valore economico e di nuove opportunità di business.
Dalla ricerca di Ricoh, è inoltre risultato che il 70% delle medie imprese europee soffrono della “sindrome del figlio mezzano” in quanto spesso si sentono ‘trascurate’, non ricevendo dalle istituzioni competenti il supporto adatto ad affrontare le sfide del business. Sono diversi i fattori che frenano lo sviluppo di queste aziende, in particolare: l’assenza delle strutture formali e di governance, una mentalità di eccessiva prudenza nel livello di crescita nel business ed, infine, la mancanza di risorse e finanziamenti che consentirebbero un investimento nel lungo periodo. D’altra parte, queste imprese sono molto attive sul mercato: nell’ultimo anno, il tasso di crescita medio delle aziende coinvolte nella ricerca è stato del 16,5% con il risultato che un’azienda su 5 è cresciuta oltre il 30%. Le medie imprese europee stanno vagliando nuove strade per ampliare il proprio portfolio di servizi e prodotti; in Italia la percentuale che ha indicato tale intenzione supera il 42%.
Per il 25% delle aziende europee, l’implementazione delle tecnologie digitali è stata fondamentale per generare nuove opportunità di fatturato. Il 24% delle aziende coinvolte nella ricerca afferma di aver ampliato la propria quota di mercato grazie all’applicazione delle tecnologie digitali. Va notato che anche le piccole e medie imprese che hanno adottato le tecnologie digitali mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle che non hanno ancora intrapreso questa strada.
Lʼavvento di Industry 4.0 sta modificando anche il normale rapporto di lavoro nei settori manifatturieri. In tale scenario, il paradigma del lavoro subordinato, sul quale si è costruito sia il quadro regolatorio che di welfare nellʼultimo secolo, entra in crisi. Le due direttrici saranno una maggiore flessibilità sui tempi e i luoghi di lavoro, insieme a una maggior transizione tra posti di lavoro e una rinnovata importanza del ruolo della formazione. Questo potrà aprire, potenzialmente, nuovi scenari collaborativi per i sistemi di relazioni industriali.
In conclusione, sarebbe opportuno alleggerire la regolamentazione vigente e potenziare l’accessibilità ai finanziamenti, non solo per l’acquisto di attrezzature ed impianti, ma anche per percorsi di Alta Formazione, così da agevolare ed implementare il livello di adozione di tecnologie digitali e favorire la crescita delle PMI italiane.